Il Libro dell’Apocalisse è uno dei testi più noti della Bibbia, spesso associato alle previsioni della fine del mondo. Tuttavia, un recente team di ricerca ha tratto una conclusione diversa riguardo al linguaggio del testo. Si pensa infatti che il Libro dell’Apocalisse potrebbe contenere antiche maledizioni che in passato venivano utilizzate contro i nemici.

Il gruppo di ricercatori guidato dal Dott. Michael Hölscher, sta conducendo un progetto presso l’Università Johannes Gutenberg di Magonza chiamato “Rituali disincantati. Tracce delle tavolette delle maledizioni e della loro funzione nell’Apocalisse di Giovanni”. Il loro lavoro si basa sulla convinzione che la Bibbia nel suo insieme contenga esempi di “maledizioni”, una volta comunemente presenti sulle antiche tavole romane. Concentrandosi sul testo dell’Apocalisse, sono riusciti a identificare formulazioni simili che potrebbero essere state usate come maledizioni.

Tavoletta di piombo con incisa una maledizione trovata nell’anfiteatro romano di Londra, con una breve iscrizione in latino, probabilmente il nome di un gladiatore a cui era stata inchiodata alla parete. (Crediti foto: MOLA / Getty Images)

Le maledizioni scritte su questi “fogli” di piombo sono un fenomeno affascinante e misterioso dell’antichità che ha iniziato ad essere sistematicamente esaminato solo nel XIX secolo. Ma come funzionavano queste maledizioni? E quali erano i loro effetti?

Fino ad oggi, sono state scoperte circa 1.700 tavolette di maledizione, che provengono da un’epoca che va dal 500 a.C. al 500 d.C. Si pensa che i rituali siano stati eseguiti per circa 1.000 anni in una regione che si estendeva dal Mediterraneo al nord dell’Europa. Ciò significa che queste maledizioni erano un fenomeno diffuso e radicato nella cultura dell’antichità.

Le tavolette di piombo con le maledizioni scritte erano spesso depositate in luoghi specifici, come tombe o nelle vicinanze di luoghi sacri. Si credeva che questi fossero i luoghi in cui dimoravano gli spiriti del mondo sotterraneo, che avrebbero garantito l’efficacia della maledizione.

In molti casi, queste maledizioni erano rivolte ai litiganti avversari in casi giudiziari o agli avversari sportivi nell’ippodromo. Ma potevano essere utilizzate anche contro rivali in affari amorosi, per cercare di influenzare il destino o le scelte della persona amata.

(A sinistra) Tabella del V secolo in greco con la raffigurazione di una divinità, forse la dea greca Ecate, conservata presso il Museo civico archeologico (Bologna).
(A destra) Tabella defixionum (Museo civico archeologico di Bologna)

Il team ha trovato frasi nell’Apocalisse simili a quelle comunemente utilizzate per le maledizioni. Ad esempio, quando un angelo getta una pietra in mare, pronunciando le parole: “Così con violenza sarà gettata la grande città di Babilonia e non sarà più trovata.” I ricercatori hanno aggiunto un contesto storico alla scrittura, poiché Babilonia era uno pseudonimo per Roma. I cristiani erano in contrasto con questo impero quando fu scritta l’Apocalisse, quindi ha senso che una maledizione contro i loro avversari fosse inclusa.

Disegno di San Michele che combatte il drago, come descritto nel Libro dell’Apocalisse. (Crediti foto: Heritage Art / Heritage Images / Getty Images)

Pieno di dichiarazioni enfatiche e grandiose, è possibile che coloro che hanno letto o ascoltato le parole dell’Apocalisse di Giovanni abbiano visto facilmente interi passaggi, singole frasi o concetti alla luce delle formule maledizione.

Questa nuova interpretazione del Libro dell’Apocalisse getta luce sul contesto culturale e storico del testo. Rivela che l’uso delle maledizioni era comune nell’antica Roma e che la Bibbia potrebbe aver incorporato questo linguaggio per esprimere la necessità di auto-conservazione e segregazione delle prime comunità cristiane. La ricerca del team fornisce una prospettiva interessante sul testo e invita a ulteriori esplorazioni del linguaggio e delle pratiche culturali dell’epoca.

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